Bambini, a tavola! Come rendere il pasto un momento piacevole! - Mamma Bonbon
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Bambini, a tavola! Come rendere il pasto un momento piacevole!

Il momento del pasto in casa vostra è un momento piacevole? Oppure vi viene l’ansia al solo pensiero di cosa vi aspetta? A casa mia dipende dai giorni! Intanto, lockdown e quarantene varie a parte, noi mangiamo insieme solo a cena, dato che sia Elia che Nina restano a scuola fino alle 16. Quindi per il pranzo lascio volentieri il posto alle maestre!

A parte gli scherzi, quello del pasto è davvero un momento molto delicato, capace di scatenare vere e proprie tragedie in molte famiglie. Anche perché, per noi italiani, il cibo riveste un ruolo molto importante. Nella nostra cultura, quello del pasto è un momento di condivisione a tavola con la famiglia, un momento fondamentale della routine quotidiana. Ecco perché è importante che non sia un incubo. Noi italiani, inoltre, abbiamo spesso questa paura ossessiva che i nostri bambini non mangino abbastanza, che non mangino sano e così via. Sono tutte paure legittime, che a volte ci spingono a commettere alcuni errori, ovviamente in buona fede.

Ho pensato quindi di raccogliere qualche spunto e consigli per provare a rendere il pasto un momento piacevole, partendo dalla mia esperienza personale e rifacendomi ad alcuni princìpi del Metodo Montessori.

Si mangia tutti insieme!

Da quando Elia e Nina hanno iniziato a mangiare, fin dallo svezzamento, li ho sempre messi a tavola con noi. Piuttosto ero io che adattavo orari e routine ai loro bisogni. Una cosa che non ho mai fatto, ad esempio, è quella di dare “la pappa” ai bambini prima, per poi accomodarci a tavola io e il babbo.

A partire da quando stavano seduti sul seggiolone, ho sempre preferito soluzioni che permettessero di avvicinarlo direttamente al tavolo, togliendo quindi il “vassoio” che molti seggioloni hanno. Appena possibile, sono poi passata ad una sedia alta e facile da usare. Quelle che ho io sono Ikea, quella di Elia la potete trovare qui, mentre quella di Nina l’ho presa dal rigattiere!

Anche a tavola, ovviamente, penso che dovremmo sempre cercare di favorire la loro autonomia, fin da subito. Ad esempio anche ai più piccolini può essere dato un cucchiaino mentre noi li imbocchiamo con un altro: all’inizio ci giocheranno, ma presto vedrete che inizieranno ad imitarci, provando a portare il cibo alla bocca da soli. Spesso lo faranno con le mani invece che con il cucchiaino, ovviamente, ma proviamo a lasciarli fare. Questo per me è sempre stato un punto dolente, dato che mi mettono ansia il disordine e lo sporco: dovevo fare davvero un grande sforzo, ma so che è importante lasciarli provare (e sporcare!). Per i più grandini, è invece importante preparare una tavola “a loro misura”. Utilizziamo forchette e coltelli adatti alla loro età e facili da impugnare e piatti e bicchieri veri da maneggiare con cura. Per la Montessori le stoviglie sono di vetro e ceramica, perché sono materiali che contengono in sé l’errore: un bicchiere gettato a terra si rompe. Il bambino impara da solo che quell’oggetto fragile va maneggiato con cura. Fidiamoci dei bambini!

Nessun gioco o distrazioni a tavola!

Su questo punto io sono davvero inflessibile e vi spiego perché: non si tratta di un gioco di forza, di una eccessiva severità. Mangiare richiede presenza e attenzione: come qualsiasi altra attività, credo che mentre la si sta facendo, si debba essere focalizzati su questo. Se vostro figlio mangia solo se distratto dal tablet mentre voi, come fosse un essere inerme, lo imboccate, che cosa avrete ottenuto? Nel breve termine che mangi, molto probabilmente, nel lungo termine un bambino che non prova piacere nel mangiare e che non è assolutamente autonomo. Avrete anche ottenuto un enorme, magnifico, ricatto!

Quindi prima di andare a tavola si spegne la tv e si lasciano i giochi: si potranno riprendere quelle attività finito di mangiare. E si riscoprirà il piacere di condividere un momento con la famiglia.

Poiché i bambini non amano interrompere all’improvviso le proprie attività, solitamente io li avverto un po’ in anticipo. Ad esempio, gli dico di iniziare a concludere i loro giochi perché è quasi pronta la cena. Così hanno il tempo di prepararsi mentalmente! Anche coinvolgerli nell’apparecchiare la tavola può aiutare.

Si mangia da soli!

Non imbocco bambini in grado di mangiare da soli, né lì distraggo provando ad ingozzarli mentre pensano ad altro. Perché? Perché in questo modo il bambino non ha consapevolezza di cosa sta facendo e del cibo che sta mangiando. Mangiare è importante per il corpo e per stare bene, l’importanza del pasto va spiegata, senza usare inganni e trucchetti che vi si ritorceranno contro nel lungo termine. Insisto spesso su questo concetto del lungo termine perché è quello che mi guida nell’educazione di Elia e Nina. Quando penso di risolvere un “capriccio” con un ricatto o un regalo, ad esempio (“se fai il bravo poi ti compro il regalino), mi chiedo sempre cosa avrò risolto nel lungo termine. Per ora l’abbiamo sfangata insomma, ma poi? Ecco.

Abituare i bambini a mangiare da soli ci permetterà anche di goderci maggiormente il nostro pasto, ovviamente. E che sia un momento piacevole!

Si mangia a tavola!

C’è un luogo per mangiare ed è la tavola. Proprio perché si tratta di un’attività importante alla quale va dato il giusto spazio e la giusta attenzione. Che sia colazione, pranzo, merenda, spuntino o qualsiasi altra cosa, a casa mia non si gira per casa con il cibo. Non è solo (ma anche) una questione igienica, ma proprio di attenzione verso ciò che si sta facendo.

Ci sono però bambini che dopo un po’, a tavola, iniziano a mostrarsi insofferenti: saltellano sulla sedia, si alzano di continuo e così via. Significa che sono sazi o che hanno perso la concentrazione. Concediamogli magari di alzarsi o di fare una pausa, ma il cibo resta a tavola. Ovvero non possono fare un boccone, poi correre per casa con la bocca piena e tornare a prendere un altro boccone. Ma, soprattutto, non rincorriamoli per casa con la forchetta per imboccarli! Ho visto una volta una mamma correre dietro al figlio per imboccarlo fin in bagno. No! Sarà che la pazienza non è la mia virtù e quindi figuriamoci se mi alzo da tavola per rincorrerti affinché tu mangi, proprio no! Come può essere il pasto un momento piacevole, con queste scene? Cerchiamo di evitarle!

Il cibo è una cosa meravigliosa, non riduciamolo a un atto meccanico privo di senso e amore. Privo di consapevolezza e bellezza!

Si assaggia!

Non tutti i bambini hanno la stessa attrazione verso il cibo o lo stesso appetito: proviamo a coinvolgerli il più possibile portandoli a fare la spesa con noi, lasciandogli scegliere qualche verdura e poi cucinarla con loro. È probabile che siano più invogliati ad assaggiare. È vero che ogni persona, e quindi anche ogni bambino, ha i suoi gusti: questo va accettato, ma proviamo a richiedere che almeno assaggino ciò che è sulla tavola.

Non ossessioniamoci con le quantità: ad alcuni bambini poco appetenti, vedere il piatto troppo pieno fa proprio l’effetto che non vorremmo. Si scoraggiano e magari non mangiano per niente. Proviamo con piccole porzioni che sono in grado di finire: saranno soddisfatti a vedere il piatto vuoto e magari ne vorranno ancora.

Si apparecchia e si sparecchia insieme!

Coinvolgere i bambini nelle attività quotidiane è sempre un’ottima idea. In particolare per i pasti, questo può aiutare a renderli interessati a questa attività, a farli sentire maggiormente presenti e impegnati su quello che si sta per fare.

Ovviamente, questo ha anche un’altra, importantissima, funzione educativa: a casa siamo una squadra e ognuno deve collaborare. Ci sono compiti da suddividersi, altri da condividere, ovviamente in base anche alle diverse età.

Ci aiuta inoltre a far capire ai bambini che anche la preparazione richiede tempo è impegno. Hai fame? Vuoi mangiare al più presto? Collabora affinché ciò avvenga!

Un’ottima idea per facilitare questa collaborazione è quella di riporre piatti e bicchieri (almeno quelli dei bambini) in ripiani ai quali possono arrivare autonomamente.

Allo stesso modo potremmo coinvolgere nello sparecchiare e pulire una volta finito di mangiare. I bambini si entusiasmano a pulire casa: passare lo straccio, togliere la polvere, passare la scopa, lavare i piatti e caricare la lavastoviglie e la lavatrice.

L’importante è cogliere al balzo questa opportunità, incoraggiarla e fare in modo che non smettano! Chiediamo loro di aiutarci a sparecchiare e pulire la tavola: è un buon modo per renderli consapevoli, partecipi e autonomi.

Avete consigli da aggiungere? Vi aspetto!